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A tu per tu con Sonia Peronaci: dai forum di cucina alla factory milanese

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Sono passati quindici anni dagli esordi di Sonia Peronaci sul web. Lei, per tutti, è la donna che dispensa suggerimenti, consigli e ricette sia per chi si approccia alla cucina sia per chi ai fornelli si destreggia.
E nonostante i tanti traguardi e i molti successi, lei è rimasta sempre la stessa: Sonia è infatti ancora oggi il perfetto mix tra caparbietà e quella dose di timidezza che la rende più “umana” anche se la si conosce in 2D su un monitor, un televisore o un libro.

GialloZafferano, che oggi è di proprietà dell’Arnoldo Mondadori Editori, ha preso forma dall’incontro di due delle sue più grandi passioni, la cucina e il web. Dal 2015 la sua avventura è poi continuata con soniaperonaci.it, un sito che raccoglie ricette e tanti consigli. Dall’online all’offline il passo è stato breve con la creazione e l’apertura del Sonia Factory a due passi dal Cimitero Monumentale di Milano. Uno spazio polifunzionale che ha un gusto e un profumo ben precisi: quelli di casa.

Come ricordi il tuo esordio sul web nel 2006 quando, in quegli anni, i blog di cucina iniziavano a nascere?
Ricordo che in quegli anni era ancora il momento dei forum mentre i blog sono arrivati più avanti. Nel 2006 io e Francesco (il compagno Francesco Lopes, ndr) pensavamo a un sito, prendendo ispirazione da Marta Stewart di cui sono una grandissima fan, che non fosse un blog. Così GialloZafferano è nato come sito di ricette italiane dove spiegavo tutti i dettagli, come se la persona non si fosse mai avvicinata alla cucina. Fondamentali anche video e foto di alta qualità che oggi presento con il mio brand Sonia Peronaci.

Sul tuo sito si legge “in ogni piatto io vedo una storia”. Qual è il piatto (o i piatti) che rappresenta la tua storia?
Sicuramente sono i piatti dei ricordi che la nonna cucinava e che mangiavamo a casa. Nonostante lei fosse austriaca, preparava piatti della tradizione dell’Alto Adige, terra da cui proviene mia mamma e in cui andavamo spesso in vacanza: ti parlo di canederli, spätzle, Kaiserschmarren tutti piatti che mi sono rimasti impressi nel cuore e che mangiavo molto spesso perché della tradizione.

Da GialloZafferano al sito e allo spazio a Milano che oggi portano il tuo nome, com’è cambiata o evoluta negli anni la tua passione per la cucina?
Si è evoluta un po’ naturalmente, nel senso che a furia di fare video e fotoricette a un certo punto c’è stata l’esigenza, la necessità di cambiare, di evolversi e quindi di incontrare realmente le persone, le aziende, i colleghi influencers, che poi era proprio quello che mi mancava in GialloZafferano. La Factory è diventata il punto di forza, quindi questo è stato il vero cambiamento: un progetto nato con l’obiettivo di abbracciare diverse realtà, coniugando l’online e l’offline, ossia uno spazio polifunzionale destinato a ospitare eventi che oggi si sta espandendo così da dividere la redazione dallo spazio eventi. Stiamo puntando non solo sul web ma anche, appunto, sull’incontro fisico con le persone.

Sei anche autrice di libri e il tuo ultimo successo editoriale è La cucina di Sonia Peronaci. Come ti approcci alla ricerca e alla scrittura di ricette dal risultato assicurato?
Per il mio ultimo libro, La cucina di Sonia Peronaci, è stato facile perché si tratta di ricette regionali che abbiamo poi riproposto nella mia trasmissione su La7d, perché speculare al libro. Le ricette regionali incuriosiscono molto gli utenti e il successo è assicurato perché fanno parte della nostra tradizione, si scoprono anche piatti che non si conoscono. La ricerca di queste ricette regionali è stata molto divertente e sono davvero tantissime, così anche per il mio sesto libro – in uscita a novembre – e per la seconda stagione della trasmissione – in onda da ottobre – puntiamo sulla regionalità.

Qual è il tuo rapporto con l’uso dei distillati in cucina?
I distillati in cucina giocano diversi ruoli, soprattutto nei dolci, dove ci sono tantissime preparazioni che ne prevedono l’uso, e a me piace molto utilizzarli e sperimentarli nei miei piatti ispirandomi a ricette tradizionali. Come l’alchermes che ho scoperto essere così diffuso nel centro Italia.

Se dovessi abbinare un cocktail a base di gin a un piatto, quale cocktail e quale ricetta consiglieresti?
Io punto su un classicone, il cocktail Martini che sicuramente lo abbinerei a un aperitivo fatto in casa. Ci sono tantissime ricette che potrei suggerirti, dalla frutta secca resa croccante e saporita da varie spezie a vostra scelta, alle chips di verdure – facilissime da fare –, oppure crostini con hummus, babaganoush… tutte preparazioni semplici e veloci da fare a casa.

Risotto alla milanese di Sonia Peronaci

Ingredienti per 4 persone

  • 320 g riso Carnaroli
  • 60 g midollo di bue + 4 dischi
  • 100 ml vino bianco
  • 80 g burro chiarificato
  • 1,5 l brodo di carne
  • 40 g burro per mantecare
  • 60 g Grana lodigiano grattugiato
  • 60 g cipolla
  • 0,4 g zafferano in pistilli

Procedimento

Un’ora prima di fare questo piatto dedicati al brodo. Quando sarà caldo, trasferisci un paio di mestoli in una ciotola insieme ai pistilli di zafferano. Trita la cipolla sottilmente e falla appassire a fuoco bassissimo per almeno 15 minuti con il burro chiarificato. Aggiungi il riso e fallo tostare  per 2-3 minuti; sfuma con il vino bianco che deve asciugarsi completamente.

Unisci un mestolo di brodo caldo nel quale avrai disciolto i pistilli. Unisci il resto del brodo un mestolo alla volta, quando sarà necessario, fino a portare a cottura. Premi la parte più stretta dell’osso per far fuoriuscire il midollo. Ottieni 4 dischi di 1 cm che farai scottare per 1 minuto per lato senza condimenti. Taglia il resto a cubetti. Poco prima del termine della cottura, unisci il midollo a cubetti al riso. Manteca con il formaggio e il burro freddo. Fai riposare 20 secondi, infine servi ponendo sul risotto un disco midollo per ospite.

Conservazione

Il risotto alla milanese va mangiato immediatamente, appena cotto, ma se vuoi conservarlo, puoi tenerlo in frigorifero per un giorno e poi saltarlo in padella o realizzare dei piccoli arancini.

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