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In viaggio da un Paese all’altro alla scoperta delle bevande calde delle feste

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Un camino acceso con il fuoco che crepita, le luci soffuse dell’albero di Natale e un leggero sottofondo musicale, un buon libro e una coperta calda sulle ginocchia, oppure una serata in compagnia dei propri cari. È così che molti vorrebbero trascorrere le vacanze natalizie. Eppure, sembra che manchi qualcosa. Certo! Un’ottima bevanda calda che a ogni sorso sappia sprigionare la magia del Natale.

La bevanda natalizia più celebre è, senza alcun dubbio, l’eggnog. Dalla consistenza cremosa e vellutata, l’eggnog è preparato con latte, uova, zucchero, spezie e uno spirito come rum o whisky. Così amato da George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti, che ideò una ricetta dall’elevata gradazione alcolica contenente whisky, rum e sherry, l’eggnog è l’“erede” del posset, una bevanda diffusa nell’Inghilterra del XII secolo a base di birra, uova e fichi citata da William Shakespeare nel Macbeth.

Diffuso soprattutto nel Nord Europa, il sidro è una bevanda la cui origine risale agli Egizi e a Romani, che erano soliti consumare succhi a base di mele fermentate. Infatti, furono propri i Romani a introdurre la coltivazione delle mele in Britannia; e non è un caso, dunque, che il sidro come lo conosciamo oggi sia nato in Normandia durante il Medioevo. Ottenuto dalla fermentazione del succo di mele di diverse varietà (la più adatta è la Bittersweet), frizzante e leggermente alcolico, il sidro si è diffuso anche in Inghilterra per merito di Guglielmo il Conquistatore, che dalla seconda metà dell’anno 1000 ne promosse la produzione nel regno, in modo particolare nell’odierna contea dell’Herefordshire. Il sidro è alla base del mulled cider, una bevanda calda in cui al succo fermentato di mele viene aggiunto un bouquet di spezie che comprende scorza d’arancia, noce moscata, chiodi di garofano e cannella.

Protagonista di feste e party di ogni genere, compresi quelli natalizi, è il punch. Composto da una base alcolica a cui vengono addizionati zucchero e agrumi, per lo più arancia, è spesso servito caldo, come digestivo, e in grosse terrine in cui è immerso un mestolo altrettanto grande. L’invenzione, se così vogliamo chiamarla, del punch risale al 1600: la prima menzione a questa bevanda è stata rinvenuta in una lettera datata 28 settembre 1632 scritta da un tal Robert Addams, membro della Compagnia delle Indie. Sembra che sia stato l’ingegno dei marinai britannici a dar vita al punch. Venuti meno i rifornimenti di vino e birra, i marinai provarono a creare una bevanda simile al vino aggiungendo spezie, zucchero e acqua ai distillati che riuscivano a reperire nelle colonie inglesi. Il risultato fu così apprezzato che, dalla metà del XVII secolo e fino all’età vittoriana, il punch venne servito nei locali di tutto il Regno Unito, sia nella versione con il rum sia in quella con l’arrak, un distillato prodotto in Asia Orientale ottenuto dalla fermentazione di cereali, melassa e vino di palma da dattero.

Un drink decisamente più esotico è il sujeonggwa, una sorta di punch tipico della Corea che, secondo alcune fonti letterarie, è preparato fin dell’epoca Goryeo (918-1392) in occasione dei festeggiamenti del Capodanno lunare. Da servire sia caldo sia freddo, il sujeonggwa si prepara utilizzando come base un decotto di cannella e zenzero a cui si aggiungono cachi disidratati e un dolcificante, che può essere zucchero o miele, ed è decorato con dei pinoli.

Ora non resta che procurarsi gli ingredienti necessari e realizzare la propria bevanda delle feste preferita!

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