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Quando i fornelli erano a 8 bit: gli esordi (insospettabili) dei videogiochi di cucina
C’è stato un tempo in cui la cucina virtuale non aveva padelle antiaderenti, timer digitali o ingredienti fotorealistici. C’era al massimo una pixelata bistecca marrone, due sprite di cipolle e un omino a blocchetti che correva avanti e indietro su uno schermo sfarfallante. Eppure, da lì è nato tutto.
I videogiochi di cucina — oggi sempre più diffusi e rifiniti — hanno iniziato il loro viaggio molto prima che MasterChef diventasse un fenomeno televisivo. A cavallo tra gli anni ’80 e ’90, qualcuno ha avuto l’idea folle (e geniale) di trasformare il gesto quotidiano del cucinare in un gioco. Vediamo insieme da dove è partita questa piccola rivoluzione digitale.
BurgerTime (1982) – Arcade / Intellivision / NES
Il capostipite indiscusso. In BurgerTime si vestono i panni dello chef Peter Pepper, che deve assemblare giganteschi hamburger camminando sopra pane, carne e insalata… letteralmente. Il tutto evitando hot dog e uova antropomorfe che lo inseguono per eliminarlo. Un gioco assurdo, frenetico e divertente, che conquistò i bar americani con le sue macchine arcade prima di arrivare sulle console di casa.
Ore no Ryouri (1999) – PlayStation
Mai uscito ufficialmente fuori dal Giappone, questo titolo è diventato un piccolo culto tra gli appassionati. Si tratta di un gestionale culinario: si prendono ordinazioni, si cucina, si serve. Il tutto con un ritmo martellante, degno di una vera cucina in pieno servizio. Girava su PlayStation e rappresentava un’inaspettata ventata di originalità in un’epoca dominata da sparatutto e giochi di corse.
Cooking Mama (2006) – Nintendo DS
Un’icona. Coloratissimo, pensato per un pubblico casual e giovanissimo, ma irresistibile per chiunque. Il Nintendo DS, con il suo schermo touch, era perfetto per simulare tagli, impasti e mescolamenti. Cooking Mama ha portato la cucina nelle mani di milioni di persone, facendo da apripista a una lunga serie di titoli simili.
Overcooked (2016) – PC / PlayStation / Xbox / Nintendo Switch
Caos, grida, padelle che bruciano, piatti da servire e pentole che esplodono. Overcooked è un party game esilarante dove la cooperazione (o la mancanza di essa) è tutto. Il cuore è lo stesso di BurgerTime: cucinare contro il tempo. Ma qui l’azione è moltiplicata per quattro, in cucine improbabili su piattaforme mobili, navi e persino nello spazio. La cucina, insomma, come campo di battaglia.
Cooking Simulator (2019) – PC / console
Realismo estremo: coltelli che tagliano davvero (male, se sbagli), ingredienti numerati al grammo, forni con termostato. È l’equivalente culinario di un simulatore di volo. Forse meno “gioco” in senso stretto, ma perfetto per chi vuole provare l’ebbrezza di cucinare senza sporcare davvero la cucina di casa.
Ultimi arrivi dal mondo dei fornelli virtuali
PlateUp! (2022) – PC / Switch / PlayStation / Xbox
Un mix tra Overcooked e Rogue Legacy. Si cucina, si serve, si guadagna… e si reinveste per migliorare il ristorante. Con mappe procedurali e cucina cooperativa, è perfetto per chi cerca una sfida che dura nel tempo.
Dave the Diver (2023) – PC / Switch
Un mix sorprendente tra avventura subacquea e gestione di un ristorante di sushi. Di giorno si esplora l’oceano alla ricerca di pesci rari, di notte si serve sushi ai clienti. Grafica pixel art dettagliata, ritmo coinvolgente e una trama inaspettatamente ricca di humor.
Chef Life: A Restaurant Simulator (2023) – PC / Console
Il più recente e ambizioso tra i simulatori. Include anche una partnership con la Guida Michelin (!) per far evolvere il proprio ristorante fino alla stella. Ingredienti stagionali, gestione dello staff e mise en place: qui si gioca a fare gli chef, davvero.
Soup Pot (in arrivo) – Xbox / PC
Ancora in sviluppo ma molto atteso, questo titolo si concentra su piatti asiatici e cucina casalinga. Lontano dalle pressioni da ristorante stellato, punta tutto sull’esperienza personale e culturale del cucinare.
Negli anni, i videogiochi di cucina hanno trovato il loro spazio tra i generi più amati. Spesso divertenti, qualche volta surreali, altre incredibilmente precisi, raccontano la cucina in modi sempre nuovi. E se è vero che l’amore passa per lo stomaco, forse non sorprende che anche il videogioco — macchina delle emozioni per eccellenza — abbia scelto di sedersi a tavola.