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È tempo di organizzare le prossime vacanze: dove andiamo a Pasqua?

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«Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi» recita un famoso modo di dire. Perché sì, se le festività natalizie sono più magiche se trascorse con i propri famigliari, le vacanze pasquali sono tutt’altra cosa se passate fuori casa. Complice è anche la bella stagione che, con le sue tiepide giornate primaverili, mette voglia di viaggiare e di trascorrere i fine settimana in mete lontane dai luoghi della propria quotidianità.

In questo periodo dell’anno le località lacustri iniziano ad animarsi: i locali con vista lago riaprono, gli amanti degli sport acquatici ricominciano a svolgere le loro attività e non mancano nemmeno coloro che, alla ricerca dell’abbronzatura perfetta, prendono le prime tintarelle dell’anno.

Sulle sponde del Lago di Como, l’hotel Mandarin Oriental è pronto ad accogliere gli ospiti dopo la chiusura invernale. Immerso in un rigoglioso parco botanico, il resort – parte del Mandarin Oriental Hotel Group che gestisce alcuni degli hotel, resort e residence più esclusivi al mondo – dispone di più di venti camere, più di cinquanta suite e due ville private. A queste si aggiungono una spa, riconosciuta agli World Spa Awards del 2021 come la migliore d’Italia, e L˜ARIA, ristorante alla guida dello chef Massimiliano Blasone che con la sua cucina italiana dalle influenze giapponesi sa conquistare il palato di ogni commensale. Da questa stagione, inoltre, l’hotel offre escursioni panoramiche e una vasta scelta di sport acquatici.

Uno scorcio di Lucca.

Per chi desidera sfuggire per alcuni giorni dal caos frenetico della città e godersi degli attimi di meritata tranquillità all’aria aperta, la Toscana è la meta ideale.
La Fattoria del Colle, nel sud del Chianti, è un agriturismo con ristorante ricavato in un piccolo borgo risalente al 1592. Gli appartamenti e le camere sono situati nelle antiche case dei contadini e mantengono l’atmosfera del passato grazie ai mobili di antiquariato locale; ma ci sono anche un ristorante, una sala banchetti, una scuola di cucina, una zona per il benessere e, ovviamente, una cantina dove è lavorata l’uva dei vigneti coltivati intorno alla Fattoria. Per il lungo fine settimana di Pasqua, l’agriturismo offre un programma ricco di eventi, che inizia il Venerdì Santo e termina il lunedì di Pasquetta: visite guidate, degustazioni di vini, lezioni di cucina, passeggiate e tanto cibo.

Gli appassionati di storia e di arte non potranno, invece, perdersi l’evento organizzato da Grand Universe Lucca, storico hotel della città toscana adiacente al Teatro del Giglio. Tra tesori romani, barocchi e rinascimentali, la struttura ricettiva costituisce un perfetto punto di partenza per andare alla scoperta del patrimonio artistico di Lucca. Al bike tour, che tocca i principali monumenti della città come la cattedrale di San Martino, Palazzo Controni-Pfanner e Torre Guinigi, segue un afternoon tea con diverse tipologie di tè e infusi, dolci inglesi e piccole prelibatezze salate. Ma non solo: il pranzo di Pasqua si conclude con la pasimata, un dolce tipico della zona accompagnato da mandorle sabbiate e crema al mascarpone.

Le inconfondibili colline toscane durante la primavera.

Le Dolomiti, anche in primavera, sono uno spettacolo mozzafiato: i prati verdi e la natura che timidamente si risveglia sono ancora contornati dalle vette imbiancate. L’Alto Adige è una terra di antiche tradizioni, alcune delle quali legate alla quaresima e alla Pasqua. Nelle valli e nei paesi, ad esempio, si ricorda ancora oggi Holda, la dea germanica della terra, i cui simboli sono la lepre e l’uovo, che rappresentano la fertilità, il risveglio della natura e, quindi, la primavera.

A Rablà, nei pressi di Merano, è possibile approfondire la conoscenza di questa e molte altre tradizioni pasquali altoatesine all’Hanswirt, un hotel quattro stelle lusso. La struttura, dotata di camere e suite confortevoli ed elegantemente decorate, è il luogo ideale dove trascorrere momenti di benessere: la spa è provvista di una sauna kelo, di una finlandese e di un bagno turco, inoltre vi sono una piscina riscaldata e una palestra con macchinari di ultima generazione. Il ristorante dell’hotel, elogiato da numerose guide gastronomiche, offre piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna serviti nella sala in cui troneggia la tipica stube.

L’interno del ristorante dell’hotel Hanswirt.

Insomma, l’unica cosa da fare è salutare i parenti, augurare loro una buona Pasqua via WhatsApp e prenotare un piccolo viaggio per godersi l’arrivo della bella stagione.

Siamo bravi, belli e buoni. O almeno siamo convinti di esserlo! Amiamo cucinare, mangiare, bere, viaggiare, fotografare, conoscere e, in generale, ci lasciamo attrarre da tutto quel che merita un approfondimento. Viviamo lasciandoci calamitare da tutto ciò che piace e ci impegniamo a raccontarlo nel migliore dei modi. Altre nostre grandi passioni: gli animali domestici, l'orticoltura, gli alimenti genuini e sani e l'attività fisica. Come puoi interagire con noi? Scrivici a redazione@zedmag.it

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Alla scoperta delle bellezze italiane: Verona, la città degli innamorati

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«Non c’è mondo per me, Frate Lorenzo, al di là delle mura di Verona: c’è solo purgatorio, c’è tortura, lo stesso inferno; bandito da qui, è come fossi bandito dal mondo; e l’esilio dal mondo vuol dir morte». Questa è una delle battute più celebri di Romeo e Giulietta, la tragedia composta da Shakespeare tra il 1594 e il 1596 ambientata nella città di Verona.

Archetipo dell’amore perfetto, la storia dei due innamorati ha fatto della città veneta un simbolo del romanticismo, la quale, proprio per questa ragione, è visitata ogni anno da milioni di turisti. Andiamo alla sua scoperta!

L’Arena di Verona.

Il nostro tour parte dalla centralissima Piazza Bra: qui sorge in tutta la sua maestosità l’Arena. Considerata il simbolo della città, l’Arena è un ampio anfiteatro romano edificato nel I secolo con il rosso ammonitico della Valpolicella, una pietra calcarea con sfumature rosate. Oggi l’Arena è sede dell’omonima fondazione e luogo in cui si svolgono concerti, spettacoli di vario genere e opere liriche. Sul versante meridionale di Piazza Bra si trova la Gran Guardia, palazzo risalente al Seicento che oggi ospita mostre e convegni, mentre sul lato orientale svetta Palazzo Barbieri, costruito nell’Ottocento e oggi sede del Comune di Verona.

Nella piazza converge Via Mazzini, la strada dello shopping che conduce nell’incantevole Piazza delle Erbe, per secoli il fulcro della vita sociale, economica e religiosa di Verona. In epoca romana ospitava il foro, di cui l’attuale piazza conserva l’originale lunghezza. Sulla piazza si affaccia il duecentesco Palazzo della Ragione che fu il centro del potere politico cittadino. Devastato da numerosi incendi, deve il suo attuale aspetto all’architetto Giuseppe Barbieri che nell’Ottocento ristrutturò la facciata rivolta verso la piazza secondo lo stile neoclassico. Il palazzo è sovrastato dalla Torre dei Lamberti, eretta nel 1172 dall’omonima famiglia secondo lo stile romanico dell’epoca. Nel tempo ha subito vari innalzamenti fino al 1464 quando, con l’aggiunta della cella campanaria ottagonale, ha raggiunto ottantaquattro metri di altezza diventando la torre più alta di Verona. In ascensore è possibile accedere alla sua sommità, assaporando un’impareggiabile vista sulla città.

La città al tramonto.

Giunti a Piazza delle Erbe, alzate lo sguardo e osservate attentamente l’Arco della Costa: da esso pende una costola di balena, che secondo le credenze popolari era una costola perduta dal diavolo, utilizzata come insegna da una farmacia un tempo situata sotto lo stesso arco.

Percorsa la piazza e proseguendo prima in direzione di Santa Anastasia, una basilica consacrata nel 1471, e poi di Ponte Pietra, il più antico ponte di Verona, si raggiunge Castel San Pietro, posto sull’altra sponda del fiume Adige. Il castello sorge su un piccolo colle che, fin dal Medioevo, si rivelò essere un punto strategico e difensivo di straordinaria importanza. Edificato alla fine del 1300 dai Visconti, gran parte del castello e degli edifici interni, compresa la chiesa, vennero distrutti nel 1801 dai soldati napoleonici che consegnarono i resti alle truppe austriache. Furono proprio gli austriaci a realizzare tra il 1852 e il 1856 la caserma militare che ancora oggi possiamo ammirare. La sommità di Colle San Pietro, alle cui pendici si trova il Teatro Romano, può essere raggiunta percorrendo una scalinata panoramica o con la più comoda funicolare.

Uno scorcio del centro.

Di epoca medievale è anche Castelvecchio, sede dal 1924 dell’omonimo museo. Il castello fu costruito tra il 1354 e il 1356 da Cangrande II della Scala come nucleo fortificato di controllo sull’Adige in corrispondenza dell’accesso settentrionale alla città. Oggi, tra le sue mura, sono conservati dipinti ecclesiastici, collezioni d’armi e sculture romaniche.

Nella centralissima Via Cappello, al numero 23, sorge la casa in cui, si crede, abitò Giulietta Capuleti. Nel piccolo ma luminoso cortile interno è presente una statua bronzea della giovane donna, realizzata dallo scultore veronese Nereo Costantini, si cui si getta il celeberrimo balcone da cui Giulietta si affacciava per parlare con l’amato Romeo.

Verona è una città che riserva numerosissime sorprese: nella città degli innamorati meritano, infatti, di essere visitati altri monumenti ed edifici simbolo come la Tomba di Giulietta, l’incantevole Palazzo Giusti, Palazzo Maffei e la Biblioteca Civica.

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Alla scoperta dei bar più famosi: L’Avana di Hemingway e il celebre El Floridita

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Tra le vivaci e colorate strade de L’Avana, all’angolo tra Calle Obispo e Calle Monserrate e circondato dai palazzi di epoca coloniale de La Habana Vieja, sorge in tutta la sua maestosità El Floridita, uno dei più antichi locali della capitale cubana.

Il famoso ristorante di pesce e cocktail bar, inaugurato nel 1817 con il nome de La Piña de Plata, era, in origine, una delle tante bodegas che animavano la città, in cui era possibile acquistare generi alimentari e sostare bevendo qualcosa di fresco.

Ma fu in seguito alla Guerra ispano-americana del 1898 e alla conseguente indipendenza di Cuba dalla Spagna che le bodegas de L’Avana iniziarono a guardare con maggiore curiosità alle mode e alle tendenze provenienti dagli Stati Uniti, e questo riguardava anche il mondo dei cocktail e delle bevande. Con i cubani che volevano assaggiare i famosi miscelati di New York, molti locali e hotel, tra cui La Piña de Plata, cercarono di espandere la propria proposta di cocktail.

Nel 1910 i fratelli catalani Sala Pareras trasformarono la bodega in un locale moderno, con arredi raffinati e un’atmosfera sofisticata, e la ribattezzarono La Florida. Gli abitanti della capitale però, amanti dei diminutivi, soprannominarono il locale El Floridita. Quattro anni più tardi, i proprietari assunsero il cantinero Constantino Ribalaigua Vert, detto Constante, che divenne proprietario del bar nel 1918, periodo in cui l’America veniva stretta nella morsa del proibizionismo.

Sotto la guida di Constante, El Floridita divenne la casa di alcuni dei migliori bartender del mondo, attirando centinaia di turisti americani in fuga dal divieto di consumo di alcol.

La fama de El Floridita è legata a uno dei cocktail più bevuti ancora oggi, soprattutto nelle calde serate estive. Leggenda narra che il Daiquiri venne inventato proprio da Constante negli anni Trenta. Ma forse il Daiquiri del locale cubano non avrebbe raggiunto una tale fama se uno degli scrittori più celebri del Novecento non ne fosse stato un grande fan.

Ernest Hemingway a L’Avana soggiornò per lungo tempo all’hotel Ambos Mundos, situato a pochi passi da El Floridita. Incappato per caso nel locale rimase affascinato dall’atmosfera che vi si respirava e dalla bontà dei drink – primo fra tutti il Daiquiri – e dei piatti a base di pesce serviti: ben presto ne divenne un cliente abituale. La presenza dello scrittore non fece altro che aumentare il prestigio del bar, che ben presto cominciò a essere frequentato dalle celebrità di Hollywood: ai suoi tavoli si sedettero Clark Gable, Ava Gardner ed Ezra Pound.

Il locale oggigiorno, dopo più di due secoli dalla sua apertura, conserva ancora quella raffinatezza e quello splendore dati dalle decorazioni in stile regency risalenti agli anni Cinquanta, perfettamente abbinate alle giacche rosse indossate dei bartender. A una parete è appesa una targa che recita una frase goliardica detta da Hemingway: «Mi Mojito en La Bodeguita, mi Daiquirí en El Floridita», e fotografie, cimeli e una statua in bronzo a grandezza naturale dello stesso realizzata dall’artista cubano José Villa Soberón decorano gli interni del locale.

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Quando viaggiare è anche una questione social, chiacchierando con i travel blogger

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Sebbene l’estate sia solo un ricordo, la voglia di viaggiare non manca mai. Quando non possiamo salire su un aereo o prendere un treno, ci piace farlo con la fantasia, programmando viaggi futuri, scovando nuove mete e segnando in una nota sul cellulare quei luoghi che vorremmo visitare. In questo caso, travel blogger e influencer corrono in nostro aiuto: attraverso articoli, fotografie, video e post sui rispettivi canali social ci portano assieme a loro alla scoperta di posti inusuali, tradizioni poco conosciute e culture lontane. Abbiamo chiacchierato con alcuni di loro – e più precisamente con Alessandro Zaccaro di Fancy Factory, Luca Pezzolo e Alessandro Zorzin di The Globbers e Lidia Forlivesi di Nonsolofood – per scoprire i segreti dei loro viaggi e, soprattutto, per avere alcune idee su dove trascorrere l’imminente ponte di Halloween.

THE GLOBBERS

Luca Pezzolo e Alessandro Zorzin, coppia nella vita e di avventure, hanno iniziato a viaggiare assieme nel 2015, anno in cui si sono conosciuti, e da quel momento hanno cominciato a condividere i loro viaggi fino all’acquisto di un biglietto di sola andata per il Sud-est asiatico.

«Viaggiare è puro ossigeno. Per noi non significa solo aprire la mente verso ciò che non si conosce, ma riempire i propri occhi di meraviglia, perché nel mondo esistono capolavori naturali, urbani e storici che fanno davvero venire un nodo alla gola. Ogni viaggio ci regala degli stimoli continui, mettendo in moto i cinque sensi e ubriacandoli; e sa anche farci apprezzare di più i momenti trascorsi a casa, perché così riusciamo a elaborare il viaggio concluso per prepararci a quello successivo».

Profondamente legati al Sud-est asiatico e conquistati dal Sudafrica, dove hanno lasciato il pezzo di cuore, Parigi è una città che non li stanca mai e nella quale, ci hanno confessato, vorrebbero prima o poi vivere.

E quando bisogna preparare i bagagli? «A entrambi manca il dono della sintesi quando si tratta di preparare la valigia, quindi spesso ci troviamo a portare via l’intero guardaroba pur sapendo che ne useremo forse la metà. A ogni modo, quello che non può mancare è la nostra attrezzatura».

E per il lungo ponte del 1° novembre, il consiglio di Luca e Alessandro è quello di visitare i luoghi in cui il foliage dà il meglio di sé, in particolare le Dolomiti che si tingono di colori caldi. Per chi, invece, vuole volare all’estero, suggeriscono come meta le Cotswolds, in Regno Unito, un gioiello poco conosciuto che sa incantare coloro che amano le atmosfere fiabesche.

IG: @the_globbers

FANCY FACTORY

Fancy Factory è il blog che il fotografo, blogger e content creator Alessandro Zaccaro ha lanciato nel 2012 per condividere il suo amore per la cucina e per raccontare i viaggi che da sempre lo appassionano.

Per Alessandro un viaggio può essere affrontato in un’infinità di modi: «Quando si viaggia non si effettua solo uno spostamento da un luogo X a un luogo Y, ma si intraprende un percorso che prevede N incognite, le quali portano a una miriade di scenari. Viaggiare, per me, vuol dire non avere orari, non avere limiti e scoprire i luoghi dove vanno i veri “local”: per conoscere un luogo bisogna vivere come i suoi abitanti, e quello che mi piace è scoprire il territorio attraverso le tradizioni enogastronomiche locali».

Questo è ciò che Rio de Janeiro gli ha dato, facendolo sentire parte della città stessa: «Ci sono stato due volte e ci ritornerei ancora e ancora. È una città che ti resta addosso come i vestiti bagnati sulla pelle quando piove: dinamica, colorata, affollata e vibrante, è un’iniezione di adrenalina pura a ogni sguardo».

E di certo non è un caso se nella sua valigia non possono mancare la macchina fotografica, estensione del suo braccio, il drone, per avere un punto di vista unico e mai scontato, e un costume da bagno.

«Per Halloween mi sento di consigliare la Cornovaglia, per un viaggio on the road e poco mainstream. Miti, leggende, spiagge incontaminate, ripide scogliere e vaste campagne pianeggianti: da non perdere sono St Ives, Cape Cornwall, Newquay e Land’s End».

IG: @fancyfactory.it

NONSOLOFOOD

Lidia Forlivesi, originaria di Cesena, ha il cuore diviso tra Milano, New York e Copenaghen, ed è l’anima di Nonsolofood, la sua personale pagina dove condivide foto di cibo, in particolare della sua amata colazione, e di viaggi.

«Viaggiare è tante cose: si può viaggiare con la fantasia e andare ovunque senza limiti, ma nel mentre è bello viaggiare fisicamente per scovare nuovi posti, culture e, nel mio caso, sapori. Viaggiare è curiosità, avidità di scoprire, rispetto per il luogo e le persone, ma anche lentezza».

Se andare a New York, per lei, significa tornare a casa, tra i suoi luoghi del cuore ci sono le Dolomiti, che frequenta sin da bambina, e la capitale danese, luogo d’elezione per le sue scoperte gastronomiche. Il suo segreto per preparare la valigia? Partire con una valigia grande ma vuota, così da poterla riempire con gli acquisti fatti in viaggio, cosa che probabilmente farà anche per il ponte di Halloween.

«Non c’è migliore posto al mondo dove andare in autunno se non a New York. Halloween là è una cosa seria e per gli appassionati del genere è un vero spettacolo, e a New York l’autunno, per il suo clima e i suoi colori, è speciale. In ogni caso credo che questa sia la stagione ideale per visitare le città: tutte sono belle».

IG: @nonsolofood

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