Connect with us

food

“A cena con le Stelle” alla Milano Design Week

Pubblicato

il

Sette cene in sette giorni con sette chef stellati. Come premessa per un grande evento non c’è male, se poi ci mettiamo anche una location speciale come il Four Seasons Hotel Milano, Electrolux, che non ha bisogno di presentazioni, e i Jeunes Restaurateurs d’Europe, ovvero una delle associazioni più prestigiose del panorama culinario europeo, il successo è garantito.

Stiamo parlando di “A cena con le Stelle”, evento che renderà imperdibile, per gli amanti della cucina d’eccellenza, la Milano Design Week dal 7 al 13 aprile 2014, nel quale lo chef Sergio Mei aprirà la sua cucina del Four Seasons Hotel Milano, attrezzata con elettrodomestici Electrolux, a 7 chef stellati JRE. Aurora Mazzucchelli, Marcello Trentini, Luca Collami, Riccardo Di Giacinto, Giuseppe Iannotti, Luigi Pomata, Marco e Vittorio Colleoni; questi i nomi dei sette chef stellati ce da lunedì 7 fino a domenica 13 aprile daranno sfogo a tutto il loro estro per la preparazione di speciali menù. Ma conosciamoli meglio.

MazzucchelliAurora Mazzucchelli, del Ristorante Marconi di Sasso Marconi (BO), si cimenta nei prodotti del mare e della terra con l’obiettivo di trasmettere l’essenza, trasformando la materia prima in un piatto moderno e personale che rispecchi fedelmente la sua idea di sapore.

TrentiniMarcello Trentini, invece, è lo chef del Ristorante Magorabin di Torino, ed ha rinvigorito il panorama dell’alta gastronomia piemontese con la sua creatività ed arte proiettate in cucina. Nei piatti di Marcello non mancano mai richiami alla cultura esotica e alla contaminazione culinaria tra nord e sud ormai entrata nella storia della sua Torino.

ColamiLuca Collami è uno chef ligure autodidatta, o come preferisce definirsi, uno “chef fatto in casa”. Al Ristorante Baldin di Sestri Ponente (GE), Luca basa la sua cucina sulla scelta rigorosa di materie prime, esaltate dalle sue cotture brevi. Piatti forti, ovviamente, quelli di pesce e crostacei, con qualche eccezione verso le carni, preparate con la stessa creatività dedicata alle verdure di stagione che accompagnano tutti i piatti.

Di GiacintoRiccardo Di Giacinto è romano, ed nel suo Ristorante All’Oro ripropone i piatti tipici della tradizione romana rivisitati in chiave contemporanea. Ed è così che la coda alla vaccinata si trasforma in un roche ed il baccalà diventa un nuovo tiramisù. Riccardo prepara in casa il pane, i grissini, le paste, le sfoglie, ed i dolci giocando con tecniche moderne nel rispetto dei sapori tradizionali.

IannottiGiuseppe Iannotti ha scelto un antico casolare per il suo Ristorante Krèsios nelle campagne di Telese Terme (BN). Lo chef campano ha un’impostazione culinaria che si sviluppa sulla scia di una tradizione tramandata da generazioni. I suoi piatti difficilmente vengono creati con più di quattro ingredienti e gli accostamenti sono curiosi e conquistano con giochi di consistenze molto divertenti.

PomataLuigi Pomata è, invece, sardo, cagliaritano per la precisione. E’ definito lo “Chef del Tonno”, quello rosso di Caloforte, che è il protagonista indiscusso del suo menù al Ristorante Luigi Pomata. Appassionato della cucina tradizionale sarda, Luigi sparge un po’ di follia nei suoi piatti apportando un tocco di esotico, acquisito con l’esperienza all’estero, senza però abbandonare i sapori tradizionali.

ColleoniMarco e Vittorio Colleoni sono, infine, due fratelli bergamaschi, chef del Ristorante San Martino di Treviglio. La loro cucina è fatta di rispetto ed amore per le materie prime con l’obiettivo di mantenere costante l’attenzione sulla fragranza, sulla freschezza, sulla temperatura e sulla consistenza dei prodotto. Il loro punto di forza è il pesce, trattato con una rigorosa tecnica francese contaminata dalla colta influenza spagnola e dalla sperimentazione di colori e sapori netti.

Siamo bravi, belli e buoni. O almeno siamo convinti di esserlo! Amiamo cucinare, mangiare, bere, viaggiare, fotografare, conoscere e, in generale, ci lasciamo attrarre da tutto quel che merita un approfondimento. Viviamo lasciandoci calamitare da tutto ciò che piace e ci impegniamo, con una sottile speranza che qualcuno ci legga, a raccontarlo. Altre nostre grandi passioni: gli animali domestici, l'orticoltura, gli alimenti genuini e sani e l'attività fisica. Come puoi interagire con noi? Scrivici a redazione@zedmag.it

Continua a leggere

food

Torna la Festa dell’Orto in Condotta Slow Food: quasi 500 le classi coinvolte

Pubblicato

il

Sarà l’impronta idrica il tema della Festa dell’Orto in Condotta 2020, la giornata con cui Slow Food celebra tutte le scuole che prendono parte allo storico progetto educativo dell’associazione della Chiocciola, lanciato a metà anni Novanta negli Stati Uniti e approdato in Italia nel 2004. La festa, come ogni anno, si svolge l’11 novembre in occasione di San Martino, il giorno che tradizionalmente segna la messa a riposo dei campi. Per gli oltre 9.000 alunni tra 1 e 13 anni, iscritti alle 472 classi scolastiche coinvolte – asilo nido, scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di dieci regioni d’Italia – sarà l’occasione per approfondire alcuni aspetti che riguardano il bene più prezioso di tutti: l’acqua. Un tema che rimarrà poi al centro delle attività didattiche, in aula e in orto, durante tutto l’anno scolastico.

Il titolo scelto per l’edizione 2020 dell’evento è “Tutto lascia un’impronta” e fa riferimento a come l’acqua sia indispensabile in ogni attività, e di come perciò l’uomo ne faccia continuamente ricorso. Non soltanto come risorsa con cui dissetarsi o lavarsi, naturalmente, ma anche e soprattutto per l’utilizzo che se ne fa in agricoltura: la stragrande maggioranza dell’acqua consumata, infatti, serve a coltivare il cibo di cui ci nutriamo. Occorre imparare a gestire questo bene in maniera accorta, a usarla in modo parsimonioso, a tutelarne le fonti preservandola da contaminazione e inquinamento. E occorre farlo fin da piccoli.

Per l’edizione 2020 della Festa dell’Orto, Slow Food ha pensato di organizzare un momento in grado di unire alunni e insegnanti di tutta Italia nonostante le difficoltà dettate dalla pandemia di Covid-19. L’appuntamento è per mercoledì 11 novembre alle 10,30 quando verrà trasmesso in diretta sul sito www.terramadresalonedelgusto.com e sul canale YouTube di Slow Food Italia un breve momento didattico: sarà un’occasione per ritrovarsi tutti insieme, seppur in maniera virtuale, sentirsi una volta di più parte di un’unica grande rete e svolgere insieme una breve attività sull’acqua bene prezioso. Tra le proposte nel corso della diretta di mercoledì 11, anche la lettura di una breve filastrocca di Gianni Rodari dedicata all’acqua bene comune.

Quella trasmessa online sarà insomma una sorta di cerimonia che darà inizio a tutti gli approfondimenti da fare in orto e in aula durante l’anno. Ogni classe aderente al progetto Orto in Condotta ha infatti ricevuto un kit con una serie di attività da svolgere, diverse in base all’età degli alunni ma accomunate tutte da un approccio quanto più possibile ludico ed esperienziale, per far sì che bimbi e ragazzi capiscano l’importanza dell’acqua e i modi in cui ognuno di noi può ridurre la propria impronta idrica, a partire da piccoli e semplici gesti quotidiani.

Tra le attività pensate per essere realizzate in classe con docenti e compagni, ce ne sono alcune facilmente replicabili anche a casa, in compagnia di genitori, nonni, fratelli e sorelle. Tra queste c’è Quanto zucchero… beviamo?: armati di bicchieri, zucchero e lattine di alcune bevande zuccherate, i bambini e gli adulti eserciteranno il loro senso del gusto e impareranno a scegliere l’acqua per dissetarsi e a limitare il consumo di succhi e bibite.

Il progetto dell’Orto in Condotta gode del supporto dei partner EcorNaturaSi, Irritec e Life e dei Sostenitori ufficiali di Slow Food Italia. Per informazioni sul progetto scrivere a educazione@slowfood.it.

Continua a leggere

food

La Dolomitica: il pic nic d’alta quota più stellato d’Italia

Pubblicato

il

La pioggia non ha rovinato il programma della giornata. Ok, non siamo finiti sui prati assolati ai piedi del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, ma gli spazi del Rosa Alpina e del Ristorante St. Hubertus di San Cassiano (Alta Badia) hanno saputo rendere onore a La Dolomitica, l’evento, andato in scena nei giorni scorsi, che si presenta come il pic nic più “stellato d’Italia.

Sono infatti sette le “stelle” che hanno partecipato: per l’Alta Badia Norbert Niederkofler (Ristorante St. Hubertus c/o Relais & Chateaux Hotel Rosa Alpina di San Cassiano/Alta Badia, 2 stelle Michelin), lo chef stellato più giovane d’Italia, Matteo Metullio (Ristorante La Siriola c/o Hotel Ciasa Salares di San Cassiano/Alta Badia) e Nicola Laera (Ristorante La Stüa de Michil c/o Hotel La Perla di Corvara/Alta Badia); per  Cortina d’Ampezzo Graziano Prest (Ristorante Tivoli), Oliver Piras (AGA Ristorante) e Francesco Paonessa (Ristorante Al Capriolo).

Per l’Alta Badia hanno partecipato inoltre i ristoranti Gourmet Hotel Gran Ander (chef Andrea Irsara), La Gana c/o Hotel Cristallo (chef Massimo Busin), Hotel Sassongher (chef Francesco Lavarini), Hotel Diana (chef Simon Tirel) e Hotel Col Alto (chef Andrea Corinaldesi), mentre per Cortina si sono cimentati tra i fornelli anche gli chef dei ristoranti El Brite de Larieto (chef Riccardo Gaspari), Hotel Europa (chef Maurizio Aluotto), Da Aurelio Ristorante (chef Gigi Dariz), Hotel Cristallo (chef Fabrizio Albini) e Rosa Petra Spa Resort (chef Alessandro Favrin).

L’evento, che si tiene ogni anno ad inizio agosto, vuole avere un forte messaggio ecologista. Anche per questa edizione sono stati infatti utilizzati prodotti locali ed energie rinnovabili, cucinando con il minor impatto possibile. Inoltre si è mangiato con piatti e posate interamente biodegradabili per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente,  in un’ottica di eco-sostenibilità in ogni ambito dell’iniziativa.

Per restare aggiornati sugli eventi Alta Badia: www.altabadia.org

Continua a leggere

food

Bistrot a Milano: quel “Rebelot” sui Navigli che ci piace tanto

Pubblicato

il

Siamo sui Navigli, a Milano, un muro ci separa dal più famoso Pont de Ferr. Il suo bistrot, il Rebelot, che nel dialetto milanese vuol proprio dire “casino” ci piace veramente tanto. Sarà che nelle ultime settimane ci sono stato tre volte e in tutte le situazioni sono rimasto piacevolmente sorpreso, sia per la tecnica dello chef Mauricio Zillo che per l’atmosfera che si viene a creare.

Mauricio ZilloL’idea è bellissima, un bar con un bel bancone e cocktail elaborati e una piccola sala con cucina a vista dove si può vedere l’intera brigata all’opera. Ho sempre avuto la fortuna di sedermi al bancone che dà direttamente sulla cucina, con la possibilità di poter parlare con lo chef mentre ti prepara la cena. E, una cena qui, si fa ancora più interessante dalle proposte che vengono offerte nel menu: o si scelgono una serie di tapas e piatti oppure c’è la possibilità di cenare con un “menu gastronomico” che rimane segreto fino al momento in cui ti trovi nel piatto quello che lo chef ha creato per te. E la formula del menu gastronomico diventa ancora più interessante quando ti viene proposto di scegliere cosa non voler mangiare e depennarlo da una lista della spesa che cambia a seconda della disponibilità dei prodotti e dall’inventiva dello chef.

La prima volta in cui sono stato al Rebelot, un po’ inesperto, mi sono attenuto alle regole e ho preso due tapas, per provare la cucina dello chef brasiliano di cui tanto avevo sentito parlare. Le volte successive mi sono fatto cogliere di sorpresa e tra i piatti che più ho apprezzato ricordo la crema di zucca con ostrica, ‘nduja e tendine di vitello soffiato e la pernice rossa con mela cotogna e verza. Il Rebelot è un vero casino perchè è scompigliato, nonostante in questo disordine apparente ci sia un rigore assoluto, nell’elaborazione dei piatti e nella cucina che opera sotto lo sguardo vigile dello chef Mauricio Zillo (nella foto il primo a sinistra, al fianco di Matias Perdomo, Eleonora Cozzella, Oriù Busnelli e Francesca Romana Barberini).

E assolutamente da non perdere la selezione di cocktail, sicuramente più buoni di quelli che potrete trovare negli altri locali dei Navigli, recità la lista. Insomma, io consiglio vivamente una serata qui, sicuramente non ci si annoia e si sta con il palato soddisfatto.

 

Continua a leggere

Trending