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In viaggio tra le bellezze d’Italia: Torino, alla scoperta della città sabauda
Storia e modernità si incontrano a Torino, per me una delle più belle città d’Italia. Lì ho lasciato una piccola parte di me fin da quando la visitai per la prima volta otto anni fa, e ogni volta che torno ne rimango affascinato. Comodamente raggiungibile con l’alta velocità, Torino si rivela la meta ideale in cui trascorrere un piacevole fine settimana, o anche qualche giorno in più, soprattutto se, come me, amate perdervi tra le sale di musei e gallerie. Con questo pezzo voglio portavi, in questa quattro giorni, alla scoperta della città sabauda, grazie anche alle foto che ho scattato che sebbene fosse aprile hanno un mood autunnale, e la colpa è stata dal cattivo tempo. Un consiglio: spulciate il sito di Airbnb e troverete dei comodissimi alloggi.
Se il Museo Egizio, il più antico museo al mondo dedicato interamente alla cultura nilotica, e il Museo del Cinema, con sede nella Mole Antonelliana, sono tappe quasi obbligatorie di ogni turista che si reca nella città sabauda, Torino ospita moltissimi altri musei che meritano di essere visitati.
MUSEI E PALAZZI
A Palazzo Mazzonis ha sede il MAO, il Museo d’Arte Orientale, una delle più recenti istituzioni museali della città, inaugurato nel 2008. I quattro piani del palazzo accolgono di più di 2.300 opere suddivise in cinque sezioni: Asia Meridionale e Sud-est asiatico, Cina, Giappone, regione himalayana e Paesi islamici. Tra oggetti funerari cinesi, statue buddiste di produzione centroasiatica, dipinti giapponesi e reperti del periodo pre-islamico, il visitatore può conoscere la produzione artistica di culture a noi lontane.
In via Magenta si trova la GAM, la Galleria civica d’arte moderna e contemporanea, situata in un edificio, risalente al 1959, progettato dagli architetti Carlo Bassi e Goffredo Boschetti. La collezione della Galleria conta oltre 45.000 opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie a cui si aggiungono disegni e incisioni e una tra le più importanti collezioni europee di film e video d’artista; qui sono conservate opere dei massimi artisti dell’Ottocento e del Novecento come Canova, Fontanesi, Picasso, Fontana e Warhol.
Nel cuore del centro storico di Torino sorgono, invece, i Musei Reali. Il complesso museale comprende diverse realtà di cui la più spettacolare è il Palazzo Reale. Destinato a residenza ducale, il palazzo, che venne progettato tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, dopo la caduta della monarchia, nel 1955 venne consegnato alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Le sale ospitano mobili e arredi d’epoca, pareti riccamente decorate e soffitti adornati da affreschi da cui pendono maestosi lampadari che trasportano l’osservatore in un’epoca di lusso e sfarzo. La visita ai Musei Reali comprende, fra le diverse attrazioni, anche l’Armeria Reale, un lungo corridoio in cui sono esposte diverse armature e armi, e la cappella della Sacra Sindone, costruita per ospitare la reliquia.
A una decina di chilometri da Torino, nella località di Venaria Reale, sorge imponente la Reggia di Venaria. Realizzata attorno alla metà del XVII secolo per volontà del duca Carlo Emanuele II di Savoia, la reggia dopo un periodo di grande splendore venne trasformata, all’inizio dell’Ottocento, in una caserma. Tolto il presidio militare con la fine della Seconda guerra mondiale, la reggia divenne preda dei vandali fino al 1999, quando ebbe inizio l’opera di restauro. Inaugurata al pubblico nel 2007, la Reggia di Venaria è celebre soprattutto per la Galleria Grande, un corridoio di ottanta metri caratterizzato da un pavimento a losanghe nere e bianche e stucchi che adornano pareti e soffitto, e per la cappella di Sant’Uberto, dallo stile barocco in cui un continuo gioco di luci e ombre amplifica la sacralità del luogo.
PIAZZE E LUOGHI ALL’APERTO
Piazza Castello, l’anima del centro cittadino e punto dove confluiscono le quattro vie principali della città, fu progettata dall’architetto Ascanio Vitozzi nel 1584. Sulla piazza si affacciano alcune tra le più importanti attrazioni di Torino come il Palazzo Reale, il Teatro Regio, Palazzo Madama e la real chiesa di San Lorenzo, mentre sul retro della piazza si trova il duomo, adiacente ai Musei Reali. Scendendo lungo via Roma si raggiunge piazza San Carlo. Al centro della piazza, di forma rettangolare, si erge una statua equestre di Emanuele Filiberto, mentre sul lato sud si trovano le due chiese gemelle in stile barocco di Santa Cristina e di San Carlo.
A pochi passi dalla piazza è possibile percorrere la Galleria Subalpina. Risalente alla fine dell’Ottocento, rappresenta un modello di galleria commerciale la cui struttura riprende la configurazione dei tipici passages di Parigi. Imperdibile è anche il parco del Valentino, il cuore verde di Torino adagiato sulle rive del Po. Nel parco, la cui superficie supera i quarantadue ettari, si trova il borgo medievale, una replica di un villaggio del 1400 eretto tra 1882 e il 1884 in occasione dell’Esposizione generale italiana. Oltrepassato il Po passeggiando su ponte Umberto I e dirigendosi verso la riva destra del fiume, è possibile scalare il Monte dei Cappuccini da cui è possibile godere di una vista a volo d’uccello sul capoluogo piemontese.
CAFFÈ E RISTORANTI
Caffè Fiorio è uno dei locali storici della città. Inaugurato nel 1780 e situato nella centralissima via Po, il caffè è stato luogo di ritrovo di importanti personaggi del Risorgimento, tra i quali Cavour.
Ancor prima, nel 1763 nacque Caffè Al Bicerin. Tra tavolini in marmo e boiseries, è possibile assaporare il bicerin, la bevanda torinese a base di caffè, cioccolato e crema di latte decantata anche da Alexandre Dumas.
Cianci Piola è una tipica osteria cittadina in cui si possono degustare i piatti tipici della cucina piemontese, come vitello tonnato, acciughe al verde, tajarin e bunet, in un locale, come lo definiscono i proprietari, non convenzionale.
Per una cena, invece, all’insegna della cucina contemporanea sono da provare Contesto Alimentare e Casa Amélie. Contesto Alimentare è una trattoria urbana in cui i piatti della tradizione incontrano le influenze del mondo. In cucina, la chef Francesca Sgandurra, laureata in Antropologia culturale, esprime attraverso il cibo la propria identità secondo i concetti dello slow food. Casa Amélie è l’incontro tra le origini napoletane dello chef Guido Perino e il Piemonte. Le sue ricette, che si caratterizzano dall’uso di materie prime stagionali, non contano mai più di quattro ingredienti per piatto.
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Tra arte, cultura e cibo: ecco come ho trascorso una settimana a Copenaghen
Ogni anno si ripete sempre la stessa storia. Arriva il caldo insopportabile e per riuscire a sopravvive sono “costretto” a trascorrere qualche giorno a latitudini più alte, in cerca di un po’ di refrigerio.
Per sfuggire all’afa degli ultimi giorni di luglio, mi sono spinto fino in Danimarca, a Copenaghen, per la precisione. Quei dieci gradi in meno rispetto all’Italia sono stati una boccata d’aria fresca – così fresca che al terzo giorno avevo già mal di gola, raffreddore e tosse. Ma questo lieve malessere non mi ha di certo fermato nell’esplorare una delle città più affascinanti del Nord Europa, dove la vita scorrere con un ritmo lento.
Di luoghi da visitare, a Copenaghen, ce ne sono moltissimi e, con l’accompagnamento delle mie foto, voglio portarvi alla loro scoperta.
Tra castelli e palazzi
Due sono le residenze storiche più conosciute della capitale danese: il castello di Rosenborg e il palazzo di Amalienborg.
Circondato da un impeccabile giardino, il castello di Rosenborg, edificato nel 1606, fu utilizzato come residenza reale fino al 1710, anno in cui il re Federico IV scelse di fissare la residenza estiva in un palazzo più moderno. Da quel momento, Rosenborg accolse la collezione dei Gioielli della Corona Danese e altri oggetti di valore, esposti in sale rimaste perfettamente intatte dal XVIII secolo.
Infatti, proprio i Gioielli della Corona, con la loro magnifica opulenza, sono l’attrazione principale del castello. Ma altrettanto spettacolari sono le sale interne, riccamente decorate e arredate, che permettono di rivivere ben quattrocento anni di storia danese.
Costruito verso la fine del 1600, il palazzo di Amalienborg è, dal 1794, la residenza principale della famiglia reale danese. Il complesso è costituito da quattro palazzi principali, in stile rococò, disposti attorno a un cortile ottagonale; al cui centro si erge una monumentale statua equestre di Federico V.
Sfortunatamente solo due dei quattro palazzi sono aperti al pubblico. Al loro interno è possibile ammirare la sala del trono, alcuni appartamenti reali, sale da ballo e diversi studi. Inoltre, con un pizzico di fortuna, recandosi all’esterno del complesso a mezzogiorno in punto è possibile assistere al cambio della guardia.
Perdersi tra le vie di Copenaghen
Che sia in bici – come fanno i local – o a piedi, una passeggiata per Copenaghen, per i suoi canali e per i quartieri più tipici è d’obbligo.
Da non perdere, sebbene sia sempre affollato di turisti, è il canale Nyhavn, simbolo della città assieme alla statua della Sirenetta. Con le caratteristiche case colorate disposte in fila che si riflettono nell’acqua, il canale altro non è che l’antico porto della città. Scavato nel XVII secolo, serviva, infatti, come principale via d’accesso al mare. Oltre ai vari ristoranti presenti – forse un po’ troppo turistici –, Nyhvan è anche il punto di partenza di diversi percorsi fluviali che portano a scoprire i canali della città.
Christiania è un quartiere dalla storia controversa, ma tappa fondamentale per chi si reca a Copenaghen. Una zona militare abbandonata del quartiere venne occupata nel 1971 e proclamata città libera, ovvero un’area non soggetta a tasse e guidata da una legislazione interna, dove, ad esempio, era consentito il consumo di droghe. Oggigiorno, tra baracche, case, murales colorati e sculture all’aperto, sono sorti numerosi bar, ristoranti e caffetterie.
Arte a più non posso
Per chi come me ama passeggiare tra le sale dei musei, a Copenaghen vi è l’imbarazzo della scelta.
Copenhagen Contemporary – forse il mio preferito – è un immenso museo d’arte contemporanea situato all’interno di un vecchio magazzino distribuito su settemila metri quadrati. Qui le opere d’arte si intrecciano con lo stile industrial dell’edificio, rendendo l’esperienza ancora più suggestiva. Se avete occasione di andare, non perdete l’installazione immersiva Aftershock di James Turrell: un tempio di colore bianco, a cui può accedere solo una decina di persone alla volta, dove l’alternarsi di luci colorate crea un senso di smarrimento e perdita dei confini sensoriali.
Se invece amate l’arte antica e moderna, la galleria Ny Carlsberg Glyptotek è la vostra mecca. Il museo racconta attraverso le opere esposte oltre seimila anni di civilizzazione: busti greci e romani, statuette egizie, opere di Auguste Rodin, una collezione di dipinti di Paul Gauguin e una rarissima collezione di sculture di Edgar Degas.
Bakery e ristoranti non mancano
Forse, lo scopo principale di questo mio viaggio era provare quei meravigliosi ristoranti e quelle incantevoli bakery che Instagram mi proponeva tra i reel.
Partendo dalla colazione, la migliore, a mio avviso, è quella che ho fatto da Lille Bakery – a pochi passi dal Copenhagen Contemporary – con un soffice berliner ricoperto di zucchero e cannella e un trancio di pizza con cipolla, olive e acciughe da far invidia alle migliori pizzerie nostrane.
Se, invece, volete iniziare la giornata con un buon croissant, il mio consiglio è Andersen & Maillard: una bakery dallo stile contemporaneo dove sfornano brioche e croissant di ogni tipo, dalla sfogliatura leggera e friabile.
Piatto tipico danese è lo smørrebrød: una semplice fetta di pane di segale imburrata e condita con ciò che si desidera, dalla carne al pesce, dai funghi alle verdure. I migliori smørrebrød della città si possono assaggiare da Selma, un ristorante dall’ambiente minimal ma dai prezzi un po’ elevati, oppure da Aamanns Genbo, un locale dall’atmosfera raffinata situato nella zona residenziale di Carlsberg.
Per una cena internazionale, invece, vi consiglio Hidden Dimsum: pochi posti a sedere, mise en place essenziale, ma piatti della cucina cinese da favola. Oltre alla vasta scelta di ravioli, con i ripieni più disparati, non si possono non ordinare i toast di gamberi e l’anatra arrosto, con quella pelle così croccante…
Ultimi due indirizzi, a prezzi tutto sommato abbordabili per chi desidera sperimentare la cucina scandinava contemporanea: Vækst e Gaarden & Gaden. In entrambi i locali è possibile optare per un menu degustazione, di tre portate nel primo e di sei nel secondo, composti da piatti che seguono la stagionalità dei prodotti e da cui emerge la passione degli chef per il loro lavoro.
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Lisbona da veri local: come vivere al meglio la capitale del Portogallo
Lisbona, la capitale del Portogallo, è per noi italiani una delle mete turistiche più frequentate durante il periodo estivo, complici il bel tempo, la buona cucina, le numerose attrazioni da visitare e, anche, i prezzi contenuti.
Quando si è in viaggio, nulla è più piacevole dell’immergersi completamente nell’atmosfera del luogo che si visita, abbandonando i classici panni del turista e indossando, al loro posto, quelli dei locali, così da scoprire angoli inediti, autentici e conosciuti solo dalla gente del posto.
E noi vogliamo portarvi a conoscere alcuni di questi posti della città bagnata dal fiume Tago.
A caccia di occasioni nei mercati
Per chi ama perdersi tra le bancarelle, il mercato dei ladri, meglio conosciuto come Feira da Ladra, è una tappa assolutamente da non mancare. Questo storico mercato cittadino, situato tra i quartieri di Graça e Alfama, si tiene ogni martedì e sabato e qui si possono scovare oggetti di ogni genere: creazioni fatte a mano, dipinti e tappeti, articoli elettronici, libri e molto altro ancora. Il nome di questo mercato non può trarvi in inganno: un tempo era un luogo in cui avveniva la compravendita di merce rubata, ma oggi è il posto perfetto per trovare articoli bizzarri e unici.
Se ami la natura
Una tappa obbligata quando si visita una città è l’orto botanico, e quello di Lisbona merita di essere esplorato. L’Estufa Fria, situato nel Parque Eduardo VII, è un’oasi di verde e pace, per ritemprarsi dal caldo della città. Il nome significa “serra fredda”, e deriva dall’assenza di riscaldamento al suo interno. Il complesso comprende tre serre: una fredda, una calda e una dolce, quest’ultima dedicata a cactus e piante succulente.
Un giro in tram
Estrela è uno dei quartieri più antichi di Lisbona, comodamente raggiungibile con l’ormai iconico tram 28, che attraversa le più tipiche vie della città. Il quartiere racchiude dei bellissimi giardini, dove è d’obbligo fare lunghe passeggiate tra statue e fontane. Inoltre, è possibile visitare la meravigliosa basilica in stile neoclassico e salire fin sulla cupola per ammirare uno stupendo panorama sulla città.
Una crociera al tramonto
Lisbona al tramonto assume un aspetto a dir poco magico, soprattutto se la si ammira in tutta la sua bellezza dalle acque del fiume Tago. Per averne la prova, basta partecipare a una crociera durante l’imbrunire, e resterete ammaliati dalla bellezza della capitale. Dal fiume avrete una visione inedita della città e dei suoi quartieri, e sarete testimoni delle incantevoli sfumature di colore citate da Pessoa che avvolgono la città al calar della sera.
Designer e creativi cercansi
Le anime più creative e in cerca di novità, non posso saltare una visita al MUDE, il museo del design e della moda, che recentemente ha riaperto i battenti. Il museo si trova nel cuore del centro storico, a pochi passi dall’arco di Rua Augusta e dal Terreiro do Paço.
A Lisbona, poi, non si può non visitare Marvila, un vecchio quartiere industriale che è stato riconvertito in un centro culturale e ricreativo. Per le sue vie si possono ancora ammirare le facciate delle vecchie fabbriche, che si sposano con i più moderni arredi urbani. Da non perdere sono 8 Marvila, un enorme centro culturale di 22.000 metri quadrati, e il Marvila Art District, un affascinante palazzo in cui dimorano artisti che espongono le proprie opere.
Tra il pesce in scatola
Il Portogallo è conosciuto, a livello gastronomico, per il pesce in conserva, e in Rua dos Bacalhoeiros si trova la curiosa Conserveira de Lisboa, un delizioso negozio con scaffali pieni di scatolette di pesce di ogni tipo. Mentre gironzolerete per il negozio, rapiti dall’artigianalità lisbonese, i titolari vi spiegheranno le tecniche di conserva che si tramandano da secoli e che tuttora vengono utilizzate nella preparazione del pesce in scatola.
Lisbona golosa
Per pranzo, il Mercado de Campo de Ourique è una tappa obbligata. Questo storico mercato coperto, inaugurato negli anni Trenta, offre frutta e verdura fresca, insieme a ristoranti e bar alla moda, per immergersi nella vita locale, lontano dalle folle turistiche. Proprio qui si trova una fermata del tram 28, quindi quale occasione migliore per visitarlo?
Se, invece, avete voglia di sorseggiare un buon caffè, magari accompagnato da una sfiziosa brioche, dram’tico è una tappa obbligata. Dram’tico è uno dei bar più in voga della città – e di Instagram –, dallo stile lineare e contemporaneo, dove la coda per raggiungere il piccolo bancone vale il tempo di attesa.
Dopo una giornata di esplorazioni, non c’è niente di meglio che concludere con una cena tradizionale. I tascas, piccoli ristoranti tradizionali spesso a conduzione familiare, sono il cuore pulsante della vita gastronomica e culturale della capitale. Qui si possono assaggiare specialità tipiche come il baccalà alla brasa e il cozido à portuguesa, accompagnati da un bicchiere di vinho verde.
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Alla scoperta delle bellezze italiane: Verona, la città degli innamorati
«Non c’è mondo per me, Frate Lorenzo, al di là delle mura di Verona: c’è solo purgatorio, c’è tortura, lo stesso inferno; bandito da qui, è come fossi bandito dal mondo; e l’esilio dal mondo vuol dir morte». Questa è una delle battute più celebri di Romeo e Giulietta, la tragedia composta da Shakespeare tra il 1594 e il 1596 ambientata nella città di Verona.
Archetipo dell’amore perfetto, la storia dei due innamorati ha fatto della città veneta un simbolo del romanticismo, la quale, proprio per questa ragione, è visitata ogni anno da milioni di turisti. Andiamo alla sua scoperta!
Il nostro tour parte dalla centralissima Piazza Bra: qui sorge in tutta la sua maestosità l’Arena. Considerata il simbolo della città, l’Arena è un ampio anfiteatro romano edificato nel I secolo con il rosso ammonitico della Valpolicella, una pietra calcarea con sfumature rosate. Oggi l’Arena è sede dell’omonima fondazione e luogo in cui si svolgono concerti, spettacoli di vario genere e opere liriche. Sul versante meridionale di Piazza Bra si trova la Gran Guardia, palazzo risalente al Seicento che oggi ospita mostre e convegni, mentre sul lato orientale svetta Palazzo Barbieri, costruito nell’Ottocento e oggi sede del Comune di Verona.
Nella piazza converge Via Mazzini, la strada dello shopping che conduce nell’incantevole Piazza delle Erbe, per secoli il fulcro della vita sociale, economica e religiosa di Verona. In epoca romana ospitava il foro, di cui l’attuale piazza conserva l’originale lunghezza. Sulla piazza si affaccia il duecentesco Palazzo della Ragione che fu il centro del potere politico cittadino. Devastato da numerosi incendi, deve il suo attuale aspetto all’architetto Giuseppe Barbieri che nell’Ottocento ristrutturò la facciata rivolta verso la piazza secondo lo stile neoclassico. Il palazzo è sovrastato dalla Torre dei Lamberti, eretta nel 1172 dall’omonima famiglia secondo lo stile romanico dell’epoca. Nel tempo ha subito vari innalzamenti fino al 1464 quando, con l’aggiunta della cella campanaria ottagonale, ha raggiunto ottantaquattro metri di altezza diventando la torre più alta di Verona. In ascensore è possibile accedere alla sua sommità, assaporando un’impareggiabile vista sulla città.
Giunti a Piazza delle Erbe, alzate lo sguardo e osservate attentamente l’Arco della Costa: da esso pende una costola di balena, che secondo le credenze popolari era una costola perduta dal diavolo, utilizzata come insegna da una farmacia un tempo situata sotto lo stesso arco.
Percorsa la piazza e proseguendo prima in direzione di Santa Anastasia, una basilica consacrata nel 1471, e poi di Ponte Pietra, il più antico ponte di Verona, si raggiunge Castel San Pietro, posto sull’altra sponda del fiume Adige. Il castello sorge su un piccolo colle che, fin dal Medioevo, si rivelò essere un punto strategico e difensivo di straordinaria importanza. Edificato alla fine del 1300 dai Visconti, gran parte del castello e degli edifici interni, compresa la chiesa, vennero distrutti nel 1801 dai soldati napoleonici che consegnarono i resti alle truppe austriache. Furono proprio gli austriaci a realizzare tra il 1852 e il 1856 la caserma militare che ancora oggi possiamo ammirare. La sommità di Colle San Pietro, alle cui pendici si trova il Teatro Romano, può essere raggiunta percorrendo una scalinata panoramica o con la più comoda funicolare.
Di epoca medievale è anche Castelvecchio, sede dal 1924 dell’omonimo museo. Il castello fu costruito tra il 1354 e il 1356 da Cangrande II della Scala come nucleo fortificato di controllo sull’Adige in corrispondenza dell’accesso settentrionale alla città. Oggi, tra le sue mura, sono conservati dipinti ecclesiastici, collezioni d’armi e sculture romaniche.
Nella centralissima Via Cappello, al numero 23, sorge la casa in cui, si crede, abitò Giulietta Capuleti. Nel piccolo ma luminoso cortile interno è presente una statua bronzea della giovane donna, realizzata dallo scultore veronese Nereo Costantini, si cui si getta il celeberrimo balcone da cui Giulietta si affacciava per parlare con l’amato Romeo.
Verona è una città che riserva numerosissime sorprese: nella città degli innamorati meritano, infatti, di essere visitati altri monumenti ed edifici simbolo come la Tomba di Giulietta, l’incantevole Palazzo Giusti, Palazzo Maffei e la Biblioteca Civica.
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