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Natural Woman: Arianna Occhipinti è la “signurina” del Cerasuolo

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“Vittoria, il vino, la vigna, le pietre dei muretti a secco. Questa è la mia terra. Il sole che sorge presto la mattina su dai Monti Iblei, mentre il cielo arrossisce a strati e la luce calda si diffonde tra i filari di Fossa di Lupo, la mia contrada. Amo le uve di questi luoghi, il Frappato ed il Nero d’Avola, mi ritrovo nella loro espressione, nel loro essere armonici e diseguali. Adoro la forza di sapersi portare dentro un passato e un futuro allo stesso tempo.”

Queste sono le parole di Arianna Occhipinti, una ragazza di trentun’anni che, nove anni fa, di ritorno da Milano dove ha studiato “Viticoltura ed Enologia”, con un ettaro di vigna in affitto ha iniziato la sua avventura come creatrice di Cerasuolo e Frappato “naturali” di ottima fattura. Oggi ha un’azienda trenta volte più grande ed il suo vino, prodotto in 100 mila bottiglie ed esportato in ben 25 paesi, è considerato tra i migliori al mondo.

Una storia speciale di una donna che ha scelto un lavoro prettamente maschile come quello del viticoltore, una storia raccontata in un “diario sentimentale”, un viaggio attraverso le tappe della sua avventura di wine maker tra persone che le hanno insegnato a lavorare la terra, quelle che l’hanno sostenuta in questa avventura e gli affetti che l’hanno fatta crescere.

Una storia raccontata nel libro “Natural Woman” (edito da Fandango), un titolo nato dall’appellativo che il New York Times ha dato alla giovane siciliana, un’avventura fatta di rischio e creata con la pratica sul campo, con l’aiuto dei contadini vicini di casa che ora chiedono a lei i consigli sui metodi di coltura, un’esperienza che ha portato la “signurina” Arianna a diventare donna.

Siamo bravi, belli e buoni. O almeno siamo convinti di esserlo! Amiamo cucinare, mangiare, bere, viaggiare, fotografare, conoscere e, in generale, ci lasciamo attrarre da tutto quel che merita un approfondimento. Viviamo lasciandoci calamitare da tutto ciò che piace e ci impegniamo, con una sottile speranza che qualcuno ci legga, a raccontarlo. Altre nostre grandi passioni: gli animali domestici, l'orticoltura, gli alimenti genuini e sani e l'attività fisica. Come puoi interagire con noi? Scrivici a redazione@zedmag.it

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Tempo di vendemmia? Dall’Alto Adige arriva la cura dell’uva

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Il territorio di Merano, e dell’Alto Adige in generale, è una terra di vini e si contraddistingue per l’eccellenza e la varietà della produzione vitivinicola. L’uva, è uno dei prodotti certamente più rappresentativi e lo dimostra anche il fatto che, nel periodo di vendemmia, le manifestazioni dedicate al ringraziamento e alle degustazioni sono molteplici.

uvaForse è meno nota un’altra usanza legata a questo frutto: la “cura dell’uva”, cui fanno ricorso da oltre cento anni gli abitanti del territorio meranese, con ottimi risultati. La cura dell’uva, perché abbia i risultati attesi, bisogna farla seguendo una serie di accorgimenti specifici: l’uva impiegata deve essere quella del vino schiava (Vernatsch), deve essere fresca (raccolta ogni mattina dal vitigno) e matura. Dopo averla accuratamente lavata, bisogna mangiarla a digiuno, masticando lentamente, acino dopo acino, in modo da sminuzzare la buccia ricca di vitamine A, B e C.

Bisognerebbe mangiarne da 300 a 1000 g, due volte al giorno (una alla mattina e una prima di cena o nel pomeriggio) e poi dedicare del tempo a una bella passeggiata. Gli effetti benefici sono il miglioramento della digestione, la purificazione del corpo e degli organi dell’apparato digerente e urinario oltre all’aumento delle funzioni epatiche e di quelle della cistifellea.

Le Terme di Merano hanno preso spunto dalla centenaria tradizione della cura dell’uva per elaborare due pacchetti bellezza, disponibili solo in autunno, che utilizzano l’uva fresca meranese. In uno è previsto l’impacco corpo con crema all’uva fresca, bagno con mosto d’uva fresco e massaggio alla schiena con olio di semi d’uva; nell’altro un peeling e un massaggio corpo ai vinaccioli altoatesini e un massaggio viso all’uva con timbri al vapore. L’uva fresca, infatti, tra le tante proprietà, ha anche quella di contrastare l’invecchiamento della pelle.

 

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Chi ha detto che in centro a Milano non si possa vendemmiare?

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A Milano, uno storico cortile protegge e custodisce i tralci di una vite secolare aggrappata a un antico mulino del Cinquecento, in questo contesto unico, il pergolato d’uva fragola ombreggia in estate ed emoziona con i suoi colori d’autunno.

Un luogo magico ricco di storia che ha accolto domenica 14 settembre oltre 150 invitati per una isolita vendemmia urbana in un contesto tutto meneghino: DISCO GRAPES, un progetto nato dalla collaborazione di GIROIDEA – Comunicazione d’Impresa Multicanale, GASTRONOMIST – Consulting Community e ilVINAUTA – enoteca online. L’evento è stato organizzato a sostegno dell’istituzione 2014 – Anno Europeo contro lo spreco alimentare con lo scopo di raccogliere l’uva dal vitigno secolare e comporre macedonie di frutta, recuperata da magazzini ortofrutticoli e supermercati che l’avrebbero buttata per la chiusura domenicale. Ma non solo: a ritmo di musica gli ospiti hanno potuto assaporare freschi centrifugati e gelati artigianali offerti da William Legati di COOL – Gelateria Naturale di Concorezzo (MB).

Una ricca selezione di prodotti gastronomici è stata presentata da Jennifer Cordin e Umberto Diamante di LOVEATWELL – Cultura Italiana del Cibo tra cui i formaggi di fossa del maestro affinatore Renato Brancaleoni della Fossa dell’Abbondanza – Roncofreddo (FC). I vini selezionati da ilVINAUTA sono stati degustati insieme a sommelier professionisti mentre i liquori biodinamici di Matteo e Dario Laugero di PALENT – San Damiano Macra (CN) sono stati preparati secondo le più recenti tecniche della mixology.

Schermata 2014-09-16 alle 20.20.53In questa occasione speciale, i docenti Silvia Dondi e Luca Govoni di ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana retta dal Maestro Gualtiero Marchesi, hanno tenuto una lezione di degustazione e storia del vino presentando il Corso Superiore di Sommellerie e il Master ALMA-AIS. La giovane e brillante chef Lorenza Alcantara, concorrente della prima edizione di Hell’s Kitchen Italia, ha intrattenuto con uno showcooking preparando deliziosi e particolari abbinamenti, ispirata al momento dalla materia prima d’eccezione: la freschissima uva fragola e le prelibatezze in degustazione.

Musica selezionata ha accompagnato la vendemmia e allietato il pomeriggio. E’ stato possibile ammirare, all’interno della galleria d’arte e associazione culturale Renzo Cortina, una particolare installazione di alcuni pezzi esclusivi appartenuti a Freddie Mercury e ai QUEEN della collezione privata di Stefano Pesenti: un esempio di come una intelligente comunicazione food può diventare un mezzo strategico e vincente nella divulgazione di tematiche non strettamente connesse al cibo.

Uno scorcio rurale nella metropoli più cosmopolita d’Italia: il profumo dell’uva fragola, la soleggiata vendemmia in un pomeriggio di fine estate, attimi pacifici e sereni abbinati a deliziosi dettagli gourmet ed approfondimenti culturali, un nuovo modo di organizzare eventi nella informale semplicità della condivisione e convivialità.

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Hangover: qualche suggerimento per superare i postumi della sbornia

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Ok, alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha passato una serata di bagordi, in preda ai fumi dell’alcol, per poi svegliarsi il giorno dopo “hangover”, ovvero con la sensazione di esser stato investito da un treno, con un martello pneumatico che perfora la testa e con un senso di nausea e acidità di stomaco tremendi. E, magari, bisogna anche andare al lavoro, dove ogni bisbiglio del proprio vicino di scrivania sembra un urlare di aquile! Dice un vecchio detto: Di notte leoni e di giorno… (meglio sorvolare!)

OutoxCome fare per riprendersi in modo repentino dal post sbornia? I metodi ed i rimedi naturali sono tanti e, da qualche anno, anche la chimica ha messo al mondo, sotto forma di pastiglie o bevande, delle valide soluzioni. Tra queste, uno degli ultimi nati è Outox, una bevanda capace di ridurre il tasso alcolemico e la concentrazione dell’alcol nel sangue, accelerandone lo smaltimento. Si tratta della prima bevanda in commercio, approvata dall’Unione Europea, a base di acido citrico e fruttosio: il primo rallenta lo svuotamento dello stomaco, aumentando così il contatto tra l’etanolo e l’enzima gastrico che ne favorisce la degradazione, mentre il secondo stimola il fegato a produrre gli enzimi che ossidano l’alcol in acqua e CO2.

BlowfishUn’altra soluzione proveniente dal mondo della chimica è l’americano Blowfish (pesce palla), cioè una miscela ad alto dosaggio, sotto forma di compressa effervescente e idrosolubile, di aspirina e caffeina. I due ingredienti cooperano per combattere la stanchezza (il caffè) ed il dolore fisico (l’aspirina) sotto forma di mal di testa, nausea e ipersensibilità alla luce ed ai rumori. Queste pillole miracolose, le uniche approvate dalla “Food and Drug Administration” statunitense, non sono altro, però, che uno dei tanti prodotti che ogni anno le aziende farmaceutiche sfornano per il post sbornia, tutti che promettono risultati fantastici, a volte male interpretati da chi pensa che, grazie a queste pastiglie, si possa bere quanto si vuole, per recuperare poi istantaneamente il controllo delle proprie funzioni mentali, ma non è così. Questi, sono tutti prodotti utili il giorno dopo, per ridurre le conseguenze della sbronza.

acquaE per quanto riguarda i metodi naturali, quelli che si potrebbero definire “i rimedi della nonna”? Prima di tutto bisogna ricordare che, quando si bevono alcolici, si riempie il corpo di liquidi che, in realtà, disidratano il corpo stesso. Fondamentale quindi, per ridurre la ciucca, bere tanta, tanta, tanta… acqua! Buona la regola delle “due caraffe”, una da bere prima di andare a dormire e un’altra appena da bere appena svegli. Poi bisogna pensare a riequilibrare i valori nutrizionali con una buona colazione. La frutta, ed in particolare le banane, sono indicate per alzare i livelli glicemici che l’alcol ha abbassato, per apportare il potassio e le vitamine del gruppo B. Niente cibi di difficile digestione (come gli agrumi che accentuerebbero l’acidità già alta nello stomaco) né cola e caffè, che favorirebbero la diuresi aggravando la disidratazione da alcol.

Per rendere la propria espressione meno sofferente, poi, le vecchie care fette di cetriolo sugli occhi ed una buona crema idratante per il viso, posso fare miracoli, ma anche una leggera attività fisica può essere d’aiuto.

Per chi è temerario, invece, o per chi non ha trovato sollievo da nessuno di questi metodi (o semplicemente vuole farsi del male), ci sono sempre le cure esotiche. In Cina (e fin qui può ancora andar bene), per il post sbornia bevono tè verde, mentre in Romania e Turchia la terapia prevede trippa in brodo con aglio e panna. In Corea, per combattere gli effetti degli eccessi da alcol, preferiscono la zuppa di carne e verza, mentre i giapponesi scelgono le cipolle crude e le aringhe marinate.

Tanti quindi i rimedi del “giorno dopo” agli abusi dell’alcol, ma il migliore rimane sempre e solo uno: bere responsabilmente.

 

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