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Rosso, verde, bianco, giallo e blu: tutti i colori del tè in un tazza

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Camellia sinensis è il nome scientifico della pianta del . Originaria dell’India e della Cina, la pianta del tè si presenta allo stato selvatico come un albero sempreverde, mentre nelle piantagioni, per via delle potature a cui è sottoposta, è un cespuglio basso con foglie di dimensioni differenti a seconda della cultivar e grandi fiori bianchi. Il tè è coltivato in zone dal clima caldo-umido e subtropicale come, oltre ai Paesi d’origine, l’Africa Orientale, l’America Meridionale, il Giappone e l’isola di Giava.
Le foglie di miglior qualità sono quelle giovani che, per mantenere inalterate quelle sostanze che conferiscono alla bevanda il sapore e l’aspetto caratteristici, vengono raccolte a mano.

La leggenda narra che al volgere della dinastia Ming (1368-1644), nel villaggio di Tongmu, durante la stagione di raccolta del tè una milizia trascorse una notte in una fattoria adoperando sacchi di foglie di tè come giacigli. Il mattino seguente, il contadino proprietario della fattoria notò che le foglie avevano assunto un insolito colore rosso; decise comunque di vendere questo tè al mercato, il quale conobbe uno straordinario successo. Tant’è che il tè nero oggigiorno è la tipologia più bevuta.

Le foglie, per la produzione del tè nero, che in Cina è chiamato tè rosso, sono sottoposte a un processo di appassimento atto a ridurne l’umidità e dare avvio a importanti trasformazioni enzimatiche. L’ossidazione delle foglie avviene con due differenti metodi: il primo impiega un macchinario che riproduce il rotolamento delle stesse nei palmi delle mani, il secondo, diffusosi con l’avvento delle bustine di tè, prevede che le foglie siano schiacciate, strappate e poi arrotolate, risultando così granulose. Con il primo processo si ottengono tè neri leggeri e morbidi, con il secondo, invece, tè forti che richiedono una breve infusione. Il contatto con l’ossigeno presente nell’aria altera il colore delle foglie, che da verdi diventano marroni con sfumature ramate. L’ossidazione viene quindi arrestata con l’essiccazione.

Il tè verde si differenzia da quello nero per la mancata ossidazione. Le foglie appena colte vengono tostate o cotte a vapore per bloccare l’azione degli enzimi e far sì che mantengano il tipico colore verde. La tostatura, da tradizione eseguita in grandi wok, conferisce all’infuso note fruttate e una tonalità che varia dal paglierino all’ambra; mentre la cottura a vapore, impiegata soprattutto in Giappone, apporta al tè un sapore vegetale e un colore tenue.

I tè bianchi più pregiati provengono della regione cinese del Fujian. Le foglie dopo l’appassimento vengo essiccate, limitando l’ossidazione. Questa lavorazione contenuta preserva le foglie, solitamente vendute sfuse e intere – il tè bianco, infatti, non dovrebbe mai essere commercializzato in filtri.

Il processo di produzione del tè giallo è simile a quello del tè verde, ma si diversifica per un periodo di ingiallimento (detto anche “sudorazione”), che consiste nel far maturare le foglie pre-essiccate in un ambiente umido. I sentori che si sviluppano sono caratterizzati da una spiccata dolcezza con note che vanno dal floreale al cioccolato. La realizzazione di questo tè, oltre a necessitare di precise condizioni ambientali, richiede l’intervento di maestri specializzati, il che ne giustifica la rarità e l’elevato prezzo.

Il wulong, conosciuto come tè blu, presenta un metodo di produzione unico. In seguito a un doppio appassimento, prima al sole poi al chiuso, le foglie di tè sono poste in un cesto di vimini che viene fatto ruotare. Il movimento rotatorio e lo sfregamento delle foglie fanno sì che i margini di queste ultime si ossidino e che la parte centrale rimanga verdastra. Il wulong è un tè parzialmente ossidato, in cui l’ossidazione viene interrotta in base allo stile che si vuole produrre, alcuni dei quali ricordano i tè neri.

Infine, vi sono i tè fermentati, quelli che in Cina sono chiamati tè neri, di cui il più famoso è il pu’er. Le foglie vengono pressate e lasciate fermentare in un ambiente umido; la fermentazione sviluppa note aromatiche molto forti, che ricordano la terra arata e la muffa.

Ogni tè, inoltre, richiede temperature diverse di infusione: se per quelli più forti come i fermentati e i neri, l’acqua può raggiungere i 90 °C, i più delicati, ad esempio i gialli o alcuni verdi, esigono che l’acqua abbia una temperatura più bassa, attorno ai 70-80 °C.

Non resta che esplorare questo colorato mondo e assaporarne ogni sfumatura.

LA CERIMONIA DEL TÈ

La cerimonia del tè, in Cina, ha origini antichissime che si possono far coincidere con la stesura de Il canone del tè, un breve trattato in dieci sezioni sulle origini, la coltivazione, la raccolta, la lavorazione e la degustazione del tè composto dall’erudita Lu Yu tra il 758 e il 761.

La perfezione ricercata in quest’arte non va intesa come mera bellezza legata ai gesti, alla decorazione o al luogo in cui la cerimonia avviene, ma negli elementi e negli utensili, e nell’equilibrio che questi raggiungono attraverso le fasi che compongono la cerimonia stessa. Importante è che l’etichetta della cerimonia si adatti agli ospiti, ai luoghi e ai contesi in cui si tiene e non viceversa.

Ogni strumento, dai contenitori per la conservazione del tè ai bracieri, dal setaccio al misurino, dal mestolo per l’acqua alle tazze, ha una propria specifica funzione ed entra in scena in un preciso momento della cerimonia. Non esiste un luogo deputato allo svolgimento della cerimonia, come ad esempio una casa da tè, essa può essere allestita all’aperto, in montagna o in un bosco; allo stesso modo non vi è un tempo preciso in cui preparare un tè: ogni momento della giornata può essere il più adatto.
La preparazione dell’infuso deve seguire dei procedimenti ben precisi. L’acqua, per esempio, deve essere pura, provenire da sorgenti montane e non deve mai essere fatta bollire più di tre volte; con uno sheng – circa un litro – di acqua non andrebbero mai preparate più di cinque tazze e il tè, quando versato al loro interno, deve formare una schiuma uniforme.

Lu Yu fornisce le indicazioni per ricreare in una tazza di tè l’ordine del cosmo, e come recita Il canone del tè «per placare la sete si beve acqua, per dare conforto alla melanconia si beve vino, per scacciare il torpore e la sonnolenza si beve tè».

Senza libri non posso sopravvivere, ma nemmeno senza il buon cibo. Dopo un master in Editoria sono approdato nel mondo della comunicazione, in particolare nel settore food. Amante di tutto quello che proviene dall’Oriente e di fotografia, trascorro il tempo libero occupandomi delle mie piante e colleziono fototessere. E poi impazzisco per l’odore dei fiammiferi appena spenti.

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Enogastronomia: gli eventi imperdibili dei primi mesi del 2025

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Il 2025 inaugura il calendario enogastronomico con quattro eventi di rilievo: Sigep a Rimini, Hospitality a Riva del Garda, Taste a Firenze e Identità Golose a Milano. Appuntamenti chiave che offriranno agli operatori del settore un mix di aggiornamenti professionali, networking e ispirazione.

Sigep – Rimini, 18-22 gennaio

Il Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigianale e Caffè (Sigep) rappresenta un appuntamento imprescindibile per i professionisti del dolciario artigianale. L’edizione 2025 si terrà dal 18 al 22 gennaio al Rimini Expo Centre e promette un’esperienza ricca di contenuti, con focus sulle ultime innovazioni in tecnologie, ingredienti e packaging per il settore. Il programma include masterclass, competizioni internazionali e talk tematici con esperti di spicco. Una vetrina completa per le eccellenze italiane e internazionali, che offre opportunità uniche per scoprire nuove tendenze e ampliare il proprio network.

Hospitality – Riva del Garda, 5-8 febbraio

Tra i più importanti eventi dedicati all’ospitalità e alla ristorazione, Hospitality festeggia la 48ª edizione consolidando il suo ruolo di piattaforma per le ultime innovazioni del settore. I visitatori potranno esplorare aree tematiche come il design di interni, le tecnologie per la ristorazione e il mondo delle bevande. Tra le novità dell’edizione 2025, una maggiore attenzione alla sostenibilità, con spazi dedicati alle soluzioni green per hotel e ristoranti. Un ricco programma di workshop e seminari sarà inoltre l’occasione per approfondire le nuove strategie di marketing e gestione.

Taste – Firenze, 8-10 febbraio

Organizzato da Pitti Immagine, Taste celebra l’artigianalità e l’innovazione nel mondo enogastronomico. L’evento si svolgerà nella storica Fortezza da Basso e accoglierà più di 400 espositori provenienti da tutta Italia. L’edizione 2025 darà particolare risalto ai piccoli produttori che reinterpretano tradizioni locali con un approccio contemporaneo. Oltre alla sezione espositiva, il Taste Ring ospiterà talk tematici moderati da esperti del settore per esplorare argomenti come sostenibilità e tendenze di consumo. Da non perdere il FuoriDiTaste, il programma parallelo che animerà Firenze con degustazioni e cene esclusive nei luoghi più iconici della città.

Identità Golose – Milano, 22-24 febbraio

Il congresso internazionale dedicato alla cucina e alla pasticceria d’autore torna per il suo 20° anniversario con il tema “Identità Future: 20 anni di nuove idee in cucina”. L’evento si terrà presso il moderno Allianz MiCo e ospiterà chef di fama mondiale, pronti a condividere la loro visione sull’evoluzione del settore. Tra le aree tematiche spiccano Identità di Pizza, Identità Cocktail e Identità Dolce, oltre a focus su sostenibilità e innovazione tecnologica. Quest’anno verrà introdotto uno spazio dedicato alle startup che propongono soluzioni innovative per la ristorazione.

Questi appuntamenti offrono opportunità preziose per ampliare la rete di contatti, scoprire nuove tendenze e approfondire tematiche cruciali per il futuro del settore enogastronomico.

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Giornata Mondiale della Pizza: l’omaggio al simbolo della cucina italiana

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Ogni anno, il 17 gennaio, si celebra la Giornata Mondiale della Pizza, una ricorrenza che unisce appassionati di tutto il mondo per rendere omaggio a uno dei piatti più iconici della cucina italiana. La data non è stata scelta a caso: coincide con la festività di Sant’Antonio Abate, protettore dei fornai e dei pizzaioli. Questo giorno celebra non solo la tradizione, ma anche l’arte, la cultura e il gusto che ruotano intorno a una semplice e amatissima pietanza.

Le origini della pizza: un viaggio nella storia

La pizza, nelle sue varianti più antiche, ha origini che risalgono all’antichità, quando diversi popoli preparavano impasti simili a focacce. Tuttavia, è a Napoli che nasce la pizza moderna, quella che conosciamo oggi. Nel XVIII secolo, con l’introduzione del pomodoro proveniente dalle Americhe, la pizza si è trasformata in un piatto popolare tra le classi meno abbienti. La consacrazione definitiva arriva nel 1889, quando il pizzaiolo Raffaele Esposito dedica alla regina Margherita una pizza con i colori della bandiera italiana: rosso, bianco e verde, grazie a pomodoro, mozzarella e basilico.

La pizza patrimonio dell’umanità

Nel 2017, l’Unesco ha riconosciuto l’“Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano” come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, sottolineando l’importanza culturale e sociale di questa tradizione. Questo riconoscimento ha rafforzato ulteriormente il legame tra la pizza e la cultura italiana, contribuendo a diffondere il valore dell’artigianalità e dell’uso di ingredienti di alta qualità.

Un fenomeno globale

La pizza non è solo italiana: oggi è un fenomeno globale, reinterpretato e personalizzato in ogni angolo del pianeta. Dalla New York-style alla Chicago deep-dish, passando per le varianti giapponesi o brasiliane, questo piatto è diventato un linguaggio universale della convivialità. Tuttavia, nulla supera l’esperienza di gustare una pizza verace napoletana, con il suo impasto morbido, il cornicione leggermente bruciato e gli ingredienti freschi.

La pizza e la sostenibilità

La Giornata Mondiale della Pizza è anche un’occasione per riflettere su temi attuali come la sostenibilità. Sempre più pizzaioli scelgono farine biologiche, ingredienti a chilometro zero e metodi di cottura che riducono l’impatto ambientale. Una tendenza che punta a coniugare tradizione e innovazione, senza mai perdere di vista la qualità e il rispetto per l’ambiente.

Una giornata da celebrare

Che si tratti di una classica Margherita, una saporita Diavola o una creativa gourmet, il 17 gennaio è il momento perfetto per concedersi una pizza in compagnia. Molte pizzerie, in occasione di questa giornata, organizzano eventi speciali, degustazioni e offerte dedicate. Per i più curiosi, è anche un’opportunità per partecipare a laboratori e scoprire i segreti di un impasto perfetto.

La pizza è più di un semplice piatto; è un simbolo di condivisione, di tradizione e di passione. Celebriamola come merita, alzando il calice a questa icona che continua a conquistare cuori e palati in tutto il mondo.

 

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Autunno in Carinzia: festival ed eventi per celebrare l’arrivo della stagione

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La Carinzia, regione meridionale dell’Austria, è il territorio dove la cultura austriaca incontra quella slovena e quella italiana. In questo luogo da sogno, tra montagne, boschi e laghi, spiccano per la loro qualità specialità enogastronomiche uniche, protagoniste di eventi imperdibili.

La Carinzia, infatti, vanta il primato di essere stata la prima meta al mondo a meritare l’ambito riconoscimento di destinazione Slow Food Travel, dove è possibile scoprire e gustare il meglio della cucina d’oltralpe.

L’arrivo dell’autunno è qui celebrato con festival e manifestazioni che mettono al centro del proprio programma le eccellenze gastronomiche di questa terra.

Festa del pane

Nella valle Lesachtal, dal 31 agosto al 1° settembre, la Festa del pane fatto in casa è un vero e proprio tuffo nel passato. L’intera zona si mobilita per contribuire all’organizzazione degli eventi, che includono spettacoli musicali e workshop dedicati alla preparazione del pane secondo la tradizione.

Durante il festival, il pane è cotto al momento e tutti i partecipanti hanno l’opportunità di portare a casa un sacchetto di pane fresco e fragrante.

Foto di Arnold Poeschl.

Le Giornate della cucina Alpe-Adria

Dal 6 al 22 settembre si terranno le Giornate della cucina Alpe-Adria, che, per l’edizione 2024, offriranno ai partecipanti quattro diversi tour tematici: “Dal fornaio all’azienda vinicola”, “Tra le città dei draghi e l’entroterra sloveno”, “Alla scoperta dei sapori friulani nei dintorni di Udine” e lo “Slow Food Tour”. Questi itinerari guideranno i visitatori alla scoperta di produttori d’eccellenza e alimenti straordinari, attraversando Carinzia, Slovenia e Italia.

Le Giornate della cucina Alpe-Adria offriranno la possibilità di incontrare ottanta dei migliori produttori del territorio direttamente nella città rinascimentale di Klagenfurt. Nel centro storico, i visitatori troveranno una selezione di produttori di alimenti provenienti da Carinzia, Slovenia, Istria, Friuli-Venezia Giulia e Veneto.

KunstSinn

Dal 6 al 29 settembre a Neuhaus e nella Carinzia Meridionale avranno luogo una serie di appuntamenti che coniugano la coltivazione del grano saraceno e il mondo dell’arte e della musica. Il 28 settembre, ad esempio, si terrà una serata di esperienze uniche per tutti i sensi con il menu gourmet di quattro portate e il concerto del trio Keischn Kunterbunt.

Foto di Rossmann.

Notti gastronomiche a Bad Kleinkirchheim

Dalla metà di settembre alla metà di ottobre, ogni venerdì e sabato, nel comune di Bad Kleinkirchheim si terranno le notti gastronomiche, un viaggio culinario all’insegna del gusto, per immergersi nella cucina regionale della Carinzia.

Le notti gastronomiche nascono per rappresentare il legame con il territorio e per promuovere la preziosa collaborazione tra i produttori carinziani e i cuochi di Bad Kleinkirchheim.

Di sera, le trattorie e i ristoranti che aderiscono all’iniziativa proporranno prelibati menù di più portate. I piatti saranno preparati esclusivamente con prodotti locali.

Foto di UnterwirtHuettn.

Tavole intorno al lago Millstätter See

Fino al 19 ottobre, i paesaggi che circondano il lago Millstätter See si trasformano in punti di ristoro culinari unici.

L’obiettivo delle Tavole intorno al lago Millstätter See è quello di far assaporare la tradizione culinaria locale immersi in un luogo suggestivo. Le aziende della zona presentano la loro cucina, che si distingue per l’uso di erbe aromatiche, verdure selvatiche, pesce fresco e diverse prelibatezze regionali.

Ogni settimana, le tavole imbandite (ognuna con un tema unico) mettono in mostra la varietà e la ricchezza dell’offerta culinaria della Carinzia.

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